La prima delle imprese che hanno presentato il loro modello di business è stata M2Test Srl, start up innovativa con sede a Trieste. Alessandra Nicolosi ha presentato BesTest, test non invasivo per l’individuazione dell’osteoporosi che opera un’analisi della struttura ossea basata su immagini radiografiche. Tale tecnologia innovativa permette di individuare pazienti a rischio di frattura osteoporotica garantendo, oltre alla non invasività, maggiore efficacia rispetto ai sistemi diagnostici tradizionali, economicità e semplicità di esecuzione. I partner chiave sono principalmente studi medici e privati, raggiunti tramite canali di comunicazione differenziati. L’influenza del Covid, in quanto ha determinato il blocco nell’erogazione delle prestazioni mediche, ha avuto (ancorché indirettamente) ripercussioni sull’attività di M2Test. Il periodo è stato quindi dedicato all’aumento dell’attività di pubblicazione, della ricerca e sviluppo di nuovi progetti, rafforzando al contempo l’attività di comunicazione e la ricerca di nuovi canali di distribuzione del prodotto.
Rudy Ippodrino (Ulisse Biomed Srl) ha dialogato con Guido Bortoluzzi sui prodotti da essa sviluppati, in particolare il kit per l’individuazione del papilloma virus e le piattaforme diagnostiche. Il modello di business, originariamente fondato sul rapporto diretto fra impresa e cliente finale, è poi evoluto verso uno schema B2B2C, mantenendo il contatto con il cliente che fa il test e riceve il risultato (“lock in”). In collaborazione con importanti istituti scientifici, ha partecipato ad una ricerca sul Covid 19, giungendo ad importanti scoperte sulle mutazioni del Coronavirus.
Diego Bravar ha poi introdotto la rete Bio Hi Tech Net 4.0 , illustrando l’importanza di fare rete fra gli operatori del settore della ricerca nel campo della salute, e di promuovere l’innovazione assieme ai centri di ricerca. L’esistenza di una rete consente quindi di migliorare la capacità di innovazione e di ottimizzazione nell’utilizzo dei fondi pubblici per la ricerca (anche con iniziative dedicate alla finanza per l’innovazione), abbattendo contemporaneamente i costi dedicati alla ricerca e sviluppo. Altro risultato reso possibile è il miglioramento della possibilità di partecipare, in quanto rete di imprese, a manifestazioni fieristiche internazionali, presentando sia i progetti di ricerca che i prodotti sviluppati delle imprese ad essa appartenenti. Fra di essi vengono ricordati il progetto di ricerca per un bionanosensore, sviluppato da Biovalley Investments in collaborazione scientifica con l’Università di Trieste, i dispositivi biomedicali in ambito neonatale sviluppati da Bilimetrix, i prodotti diagnostici di Alifax. Il Covid 19 ha determinato l’adeguamento del modello di business delle imprese della rete alla nuova situazione, con la focalizzazione di una decina di imprese ad essa appartenenti sulla realizzazione di farmaci e test rapidi, con il supporto dell’ICGEB (Centro internazionale per l’ingegneria genetica e le biotecnologie) di Trieste. La rete e i retisti costituiscono realtà alle quali, accanto all’uso dell’innovazione aperta, è stata suggerita la possibilità di accedere al crowdfunding, potenziando la comunicazione tramite i propri canali social.
Due esempi di piattaforme a supporto dell’innovazione sono state portate all’attenzione dei partecipanti come buone pratiche, grazie alla ricerca operata dagli “inviati”. Grazia Garlatti Costa ha proposto “Patient Innovation”, piattaforma portoghese di user innovation (che raccoglie idee innovative proposte dagli utenti intermedi o dai consumatori) dedicata alle idee innovative riguardanti il Covid. Marco Balzano ha presentato pawzy.co, piattaforma di telemedicina dedicata agli animali, che consente di creare delle sale d’attesa virtuali. Valentina Franz ha infine presentato GraVa: semplice ed interessante dispositivo sviluppato da due giovani toscani che impedisce lo sfregamento dei lacci delle mascherine dietro alle orecchie.