Molti e diversi gli imprenditori del settore dell’artigianato artistico coinvolti in quest’incontro con Guido Bortoluzzi. Roberta Cibeu è l’ideatrice e la titolare di “Mostri113”: nei suoi sei anni di attività crea i “mostri mangiapaure”, pupazzi ideati e prodotti uno per uno e artigianalmente. Un partner chiave, oltre ad ogni singolo destinatario, sono gli psicologi per l’infanzia, con i quali collabora nell’individuazione dell’elemento emozionale presente nei bambini: elemento che ciascuna delle sue creazioni rispecchia e nei cui confronti il pupazzo da lei fabbricato vuole essere un antidoto.  Questa indubbia chiarezza nella strategia dà vita a prodotti distribuiti tramite canali quali i social media, la rete (anche con possibilità di vendita on line) e la presenza fisica nel laboratorio/negozio di Trieste. Passaggi ulteriori suggeriti sono la maggiore implementazione di una strategia multichannel per le vendite, fino alla creazione di strumenti di comunicazione e vendita in inglese, allo scopo di espandere l’attività all’estero (anche mediante l’appoggio a partner chiave).

Dezen Dezen, laboratorio tessile artigiano gestito da Marco Cernogoraz, vanta un’attività innovativa e legata alla tradizione, con la stampa di foulard, t-shirt ed altri capi utilizzando motivi grafici e stampi manuali già utilizzati nell’azienda di famiglia, nata a Zagabria negli anni ’30 del secolo scorso. La piccola dimensione del laboratorio, vista per molti aspetti quale un punto di debolezza, si è rivelata invece un punto di forza al momento della diversificazione del prodotto: con un’azione di innovazione in certo modo “dirompente”, Dezen Dezen ha avviato una produzione di mascherine ricavate dai propri fazzoletti in popeline. Un modo suggerito per superare il limite nella quantità della produzione (anche per poter abbinare alla mascherina altri capi) è quello di standardizzare alcuni prodotti (con una produzione seriale)  con il maggiore ciclo di mercato, mantenendo la produzione artigianale per gli altri.

Leonardo Chiti ha presentato Ambascerie Cult, start up attiva da due anni, che promuove e commercializza eccellenze, locali e nazionali, consistenti in prodotti artigianali e in esperienze (eventi artistici, culturali, anche destinati ad una scala ristretta di pubblico e fortemente mirati). Il sito web appare molto ben curato ed efficace, soprattutto nella presentazione delle singole eccellenze ed esperienze: forse migliorabile con una più chiara definizione ed evidenza, nei risultati di ricerca, dei prodotti che si intendono vendere – elemento questo che darebbe un’impressione di maggiore chiarezza strategica.

Rosa Bittolo Bon ha presentato la sua Vud Design: un’impresa che resta molto legata alla dimensione di laboratorio artigianale e agli aspetti più artistici dell’attività di creazione di articoli per la casa e arredi in legno massello. Un design, uno stile che ha assunto un’elevata riconoscibilità, prodotto da una realtà artigianale ed artistica molto piccola e che non realizza grandi volumi di produzione. Anche per una piccola azienda artigianale però non sono mancati gli spunti per migliorare le performance di produzione e di vendita.  Un orientamento è quello di orientarsi verso modalità di comunicazione che aumenti la consapevolezza del brand da parte del cliente (sebbene sia una scelta che non porti immediati incrementi nelle vendite) , o che determini una reazione cui segua l’acquisto (un esempio fatto: l’enoteca on line Vino75). O ancora, l’orientamento verso modelli di “empty business”, con esempi di realtà che producono soltanto il design affidandosi ad una rete di collaboratori esterni.

Annalisa Metus è un’artigiana che a Trieste crea con la carta libri di autore e scenografie: come si definisce lei, una “paper engineer” che mantiene la dimensione artigianale del proprio lavoro (spesso consistente in pezzi unici), prendendosi i tempi necessari per lo studio, la progettazione e l’esecuzione. Non fatta da grandi numeri anche la sua platea sui social usati per la comunicazione (predilige Facebook, perché consente una migliore relazione interpersonale), con la quale predomina un rapporto di fidelizzazione ed affezione vera e propria – con il suggerimento di realizzare e postare brevi video su attività ed opere. Un’attività molto personale, fatta da un’imprenditrice che crede molto nella rete e nelle aggregazioni fra operatori. Questo spunto appare comune a tutti gli operatori, ai quali sono stati descritti sia gli strumenti messi a disposizione delle imprese che intendono costituire una rete (ad opera di Paolo Marchese, responsabile per l’internazionalizzazione di Aries), sia dal dottor Alssandro Quaglio, direttore di CATA Artigianato FVG, che ha descritto gli strumenti finanziari messi a disposizione degli artigiani. Ed infine, esempi che dimostrano l’importanza di fare squadra, anche fruendo delle opera d’arte in modo innovativo  sono stati forniti anche dagli “inviati”: la “Promenade du Port” di Porto Cervo (itinerario fra i vari atelier artistici), o l’inglese “Feral Horses” e “My home gallery”.